IL MODO PIÙ VELOCE E PROFICUO PER SFRUTTARE QUESTE RISORSE


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Le versioni testuali degli articoli di IMJO compositori - produttori non sono mai una mera trascrizione dei video ma sono, invece, redatte per costituire un ulteriore proficua risorsa con cui fermare i vari concetti.

Se sei serio riguardo il voler fare un salto di livello, guarda i video e poi passa al relativo testo. Questo procedere ti darà indubbi vantaggi nel tuo divenire ogni giorno di più un compositore e produttore di alto profilo.

VERSIONE TESTUALE

oggi vorrei condurvi in una passeggiata veloce nel corso di strumentazione riguardo la sezione degli strumenti orchestrali che nella partitura occupa i primi righi in alto: I Legni.

LA SEZIONE DEI LEGNI

Poiché sono innamorato dalla notte dei tempi di questa magistrale invenzione umana che è l’orchestra mi sarà difficile nascondere la passione che mi lega a tutti i componenti della grande orchestra cinematografica moderna, nessuno escluso.

Essa rappresenta la summa di anni di evoluzione e ricerca costante che ha avuto origine alcuni secoli fa. Non finirò mai di essere grato abbastanza per l’eredità lasciataci dai più grandi geni protagonisti della musica e dai costruttori/inventori che hanno cercato e cercano di arrivare alla costruzione dello strumento perfetto.

Un altro gruppo di persone a cui indirizzo la mia gratitudine è quello dei creatori delle librerie virtuali. La loro ricerca e sviluppo cominciata solo alcuni anni fa ha compiuto passi da gigante. Questo permette ormai da qualche tempo ai compositori professionisti di divenire anche produttori e di poter far sentire, promuovere e commercializzare la propria musica con realizzazioni che un tempo erano solo appannaggio di grandi produzioni cinematografiche.

NULLA PUÒ SOSTITUIRE L'ORCHESTRA, MA...

Come abbiamo già detto altre volte, niente può sostituire l’orchestra reale formata da oltre 80 musicisti i cui talenti e forza espressiva si sommano e ispirano l’un l’altro.

Ciò nonostante l’emulazione dell’orchestra è arrivata ad un livello da brivido. Quando poi si possono inserire anche alcuni strumenti reali, ben suonati da orchestrali preparati a sovrincidere sull’orchestra virtuale, allora la cosa fa letteralmente paura.

Tra l’altro, proprio creare musicisti con questa specifica preparazione è l’obiettivo dei percorsi Play with IMJO Orchestra.

C’è comunque da segnalare che la preparazione tecnica specifica, quella musicale, nonché la conoscenza approfondita di strumentazione e di orchestrazione e l’avere pratica del loro utilizzo, acquisita dal compositore produttore, giocano un ruolo determinante nella realizzazione di un cosiddetto mock up (modello) orchestrale.

IL MOCK UP (modello/demo)

Il mock up è ciò che si usa per far sentire al regista/cliente il nostro lavoro. Ora, personalmente, quando mi viene commissionata una musica, io preparo un’esecuzione dal vivo al piano ed eventualmente voce. Poi se tutto va per il meglio mi butto nella realizzazione del mock up.

Inoltre trattengo comunque tutti i diritti di sfruttamento della musica perché ne possa disporre liberamente. Quindi più che un mock up, preferisco produrre il brano proprio come una produzione reale, pubblicarlo con l’etichetta di cui sono titolare e distribuirlo in tutto il globo.

I percorsi di formazione professionale IMJO Compositori Produttori vanno verso questo tipo di produzione e permetteranno di acquisire tutte le competenze necessarie con guide, tavole riassuntive, corsi specifici e vari tipi di feedback da orchestrali professionisti oltre che da me.

Questo perché oggi come oggi sono molte le occasioni in cui l’essere in grado di presentare i propri lavori può fare una totale differenza sia per la nostra carriera, sia per il nostro sviluppo artistico.

SVILUPPARE LA CAPACITÀ DI NON FARSI COINVOLGERE EMOTIVAMENTE DALLE CRITICHE È...CRITICO

In ogni epoca in cui un compositore abbia voluto introdurre qualche “audace” novità o applicazione se l’è sempre dovuta vedere con aspre critiche dei cosiddetti “dotti” come accadde per esempio a Monteverdi quando si sognò di aggiungere la settima senza preparazione all’accordo di dominante, cioè quelli che per noi sono oggi gli elementari e comunissimi “Sol7, Do7, etc..”

Quindi convivere senza farsene emotivamente coinvolgere con critiche, soprattutto se aspre, è un’altra qualità che l’artista in generale deve fortemente sviluppare per poter progredire verso quella che è la sua personale “musica originale” di cui, come abbiamo detto in altra occasione, egli è l’unico latore.

Cioè se egli non scrive la musica per la quale esiste nessun altro potrà farlo e tutti noi l’avremo perduta. Elemento importante di questo cammino è tendere giornalmente a divenire il miglior compositore che si possa perché questa propria musica originale sia portata al mondo nella sua forma più aderente possibile al “progetto originale” della stessa.

La nostra musica originale è sempre presente. È presente quando realizziamo una musica su commissione, o è anche presente, seppur in modo discreto, quando ci richiedono un arrangiamento, una trascrizione.

Ogni volta che scriviamo una nota tutto il nostro bagaglio e la nostra “musica originale” sono presenti. Per questa ragione rivolgo l’invito a voler sempre essere ogni giorno più del precedente, migliori latori della musica che vive in ciascuno di noi. Sia per noi stessi, sia per coloro per i quali la nostra musica possa essere ciò di cui necessitano.

PRODURRE LA MUSICA DEI PROPRI SOGNI

Gli strumenti virtuali, utilizzati sapientemente e implementati in sistemi idonei all’audio e sommati a qualche strumento reale ci forniscono la possibilità di produrre a tutti gli effetti la musica dei nostri sogni, e di produrla non come demo ma come produzione completa e definitiva.

L’importante è eccellere nel modo di prepararsi. Questa a mio avviso è l’unica cosa che conta e sulla quale abbiamo il totale controllo. Il resto è conseguenza.

IL CORSO DI STRUMENTAZIONE

Eccoci quindi a dare una sbirciatina, come dicevamo, al corso di strumentazione riguardo la famiglia dei legni, e precisamente al più piccolo componente della sezione dei legni: l'Ottavino o Piccolo in Inglese.

L'OTTAVINO - INGL.: PICCOLO

L’ottavino è Il più piccolo della famiglia dei flauti, ma anche uno dei più penetranti.. Un trillo nel registro acuto di questo strumento è ben percepito anche in un ff (fortissimo) di tutta l’orchestra.

Per questa ragione è necessario che il compositore lo utilizzi con discrezione e sia cauto soprattutto nei mixaggi.

L’estensione va circa un’ottava sopra quella del flauto. Comunque l’ottavino non possiede la contabilità del flauto. La sua sonorità è decisamente meno dolce e lirica di quella del flauto.

Fa parte dei cosiddetti strumenti a fiato (wind instrument) senz'ancia. È uno strumento traspositore ed è intonato un'ottava sopra il flauto. Cioè la nota udita (nota d’effetto) risulta essere un’ottava sopra quella scritta.

In pratica nasce come strumento ausiliario per estendere l’estensione del flauto di un’ottava. In realtà contemporaneamente aumenta anche i registri dell’intera orchestra.

IMJO - Soundtrack No.1 - main title - Away From The Shallows - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)track No.1 - main title - Away From The Shallows

IMJO - Soundtrack No.1 - main title - Away From The Shallows - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

video: 7:26

Dal 1900, comunque, il suo impiego è spessissimo da strumento indipendente proprio per la sua capacità di aumentare i registri di tutta l’orchestra e anche per il suo proprio carattere estremamente brillante. 

È da tener presente che le ultime note acute assumono le sonorità di un fischio. Quindi come si diceva il compositore deve farne un uso accorto, anche perché le note acute prolungate sono faticose per esecutori e ascoltatori.

Inoltre con l’avanzare della tecnica costruttiva del flauto l’uso esclusivo dell’ottavino come “prolunga” del flauto per le note acute non è più necessario. Il controllo, in aggiunta, nelle note più acute non è ideale.

Nel registro medio basso, per di più, il suo suono è delicato e dolce. Preferibile al suono del flauto che sulle medesime note è più intenso.

Ovviamente, come accade anche per il flauto quando suona nel suo registro medio basso, per poter udire l’ottavino, nel resto dell’orchestra non deve accadere granché.

Celeberrimi compositori come Henry Mancini usavano anche quattro ottavini all’unisono o per terze per ottenere un suono gaio e dinamico.

L’ottavino è spesso usato per doppiare ottoni o anche archi una o anche due ottave sopra senza prevalere ma aggiungendo brillantezza alla linea melodica, purché, come detto, si evitino le sue note acutissime che sono quasi sempre anche non necessarie allo scopo musicale.

Come dicevamo l’uso dei trilli è tipico. Bisogna comunque ricordare che questo trillo, eseguibile tranquillamente con i virtual, è nella realtà impossibile.

IL PERICOLO DI FAR FIGURACCE È SEMPRE DIETRO L'ANGOLO

Ecco colgo quest’occasione per segnalare un pericolo sempre pronto a farci fare magre figure: I virtual hanno certamente molte carenze rispetto allo strumento reale in mano di un ottimo esecutore, ma talvolta è possibile che la libreria possa offrire un’estensione dello strumento irreale. Lo stesso dicasi per le note o trilli che nella realtà sarebbero o ineseguibili o dall’effetto spiacevole e che invece sono perfettamente eseguibili con i virtual.

Naturalmente è più difficile che accada con le librerie più importanti, ma il problema di creare trilli impossibili, senza che ce ne si possa accorgere se non studiando strumentazione come stiamo facendo adesso o chiedendo ad un musicista professionista un parere, è un “pericolo” sempre quantomeno dietro l’angolo.

Per questo il corso di strumentazione di IMJO prevede anche tavole riassuntive che permettono di non incorrere in questi errori grossolani.

Può piacere o meno, ma scrivere qualcosa di vistosamente insuonabile non aiuta certo a farci vedere come un professionista con tutto quello che questo può comportare. Un incidente simile potrebbe quanto meno gettare anche un’ombra sul resto della composizione. Il che potrebbe portare per esempio il musicista a non impegnarsi particolarmente

Per cui, come sempre, la preparazione è la nostra “assicurazione vita”.

QUALCHE ESEMPIO DI APPLICAZIONE

Tornando all’ottavino, esso è estremamente efficace in passaggi rapidi di scale o arpeggi da solo o doppiando altre sezioni.(Video: 11:28)

IMJO - Soundtrack No.6 - A Special House - Composer: Giuseppe Farace

IMJO - Soundtrack No.6 - A Special House - Bars 84-89 - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

Molto utile per doppiare attacchi percussivi sia della sezione dei legni che delle altre. (Video: 11:48)

IMJO - Soundtrack No.6 - A Special House - Bars 31-37- Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

Sempre parlando di attacchi percussivi un uso anche molto efficace è quello in combinazione con Xilofono e Marimba. (Video: 12:17)

IMJO - Soundtrack No.5 - Good Morning - Bars 1-5 - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

IMJO - Soundtrack No.5 - Good Morning - Bars 1-5 - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

IMJO - Soundtrack No.5 - Good Morning - Bars 8 - 10 - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

IMJO - Soundtrack No.5 - Good Morning - Bars 11 - 13 - Composer: Giuseppe Farace (Farace Records)

Quindi, quello che era nato come uno strumento ausiliario del flauto ha già nella maggior parte delle partiture del XX secolo un ruolo indipendente.

In ogni caso, mi sento di ribadire che, specialmente nel suo registro più acuto, bisogna utilizzare l’ottavino con parsimonia in modo che quando faccia la sua comparsa sia effettivamente qualcosa di cui si abbia bisogno sia per un cambio di colore, sia per una delicatezza in zone dove sarebbe difficilmente ottenibile da un flauto.

In generale questa è l’estensione migliore.

Credo sia facile immaginare quanto avere la padronanza di conoscenze come queste riguardo ogni strumento dell’orchestra possa giovare enormemente alla propria musica. È in fatti per questo che nei percorsi IMJO compositori produttori c’è il corso completo di strumentazione.

Impressioni? Domande?

Alla prossima
Giuseppe

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