Hai presente quelle persone che parlano, adoperando un ampio vocabolario, di cose interessanti e coinvolgenti che non puoi fare a meno di stare ad ascoltare?
Essere delle persone simili, ma adoperando la musica, è quello a cui si dovrebbe mirare come compositore quando si scrive e produce la propria musica.
L’ampio vocabolario del compositore è formato principalmente dalla sua conoscenza dell’armonia, del contrappunto, delle capacità espressive di ogni singolo strumento e dalla conoscenza di cosa gli innumerevoli impasti sonori degli strumenti dell’orchestra possono produrre acusticamente ed emotivamente.
La prima buona notizia è che sono tutte cose che si possono imparare.
La seconda buona notizia è che anche se il tuo “vocabolario” è attualmente meno esteso di quanto ti piacerebbe, quello che apprenderai qui avrà, passo passo, un effetto immediato sulla tua musica.
Cioè tu apprendi qualcosa in più oggi e la musica che scrivi ne trae immediato giovamento subito, non fra sei mesi.
È importante sapere su cosa devi concentrarti e cosa devi padroneggiare per comporre e produrre in modo sempre migliore.
Ed è esattamente di questo che ci occupiamo qui.
IL COMPOSITORE CHE SIAMO OGGI È IL RISULTATO DELLE SCELTE CHE ABBIAMO FATTO FINO ADESSO
Bisogna ricordare che il compositore produttore che si è oggi è il risultato delle scelte che si è fatte o non fatte fino a oggi. Questo porta alla terza bella notizia: il compositore produttore che si sarà diventati fra, diciamo, un anno sarà direttamente il risultato delle scelte e delle azioni che verranno compiute nei prossimi 12 mesi a partire esattamente da... ora.
tic tac, tic tac,...
Rievocare questo principio mi fa sempre un certo effetto perché ha delle implicazioni enormi. Si è sempre il risultato delle scelte compiute. Delle scelte fatte e di quelle non fatte. Le scelte non fatte spesso risultano, per di più, essere prese per noi da qualcun altro e, com’è facile immaginare, non sempre ci portano verso dove vogliamo andare.
Scegliere di esercitarsi a scrivere melodie nude e crude seguendo i 3 elementi principali per scrivere temi e melodie efficaci, per esempio, porta nel tempo dei miglioramenti importanti. È una pratica che, una volta interiorizzata, diventa naturale.
Tutto quello di cui parliamo e parleremo, in realtà, una volta fatto proprio, creerà la giusta attitudine con cui operare.
Devo dire che mentre sto scrivendo quest’articolo, non riesco a non provare un po’ di invidia per chi avrà la possibilità di apprendere come diventare ciò che ho sempre sognato di essere, semplicemente con un click connettendosi a IMJO Compositori-Produttori
Tutto il tempo che si desidera investire nel proprio sviluppo potrà quindi essere speso proficuamente e interamente per apprendere, praticare e migliorare, invece che appena per capire/trovare cosa sia necessario conoscere e poi per trovare un metodo pratico per applicare subito alla propria musica ciò che si apprende.
Mi emoziona pensare a quanta differenza possa fare questa iniziativa giorno per giorno nei molti appassionati giunti qui.
E il bello è che il genere di musica è completamente indifferente. I principi di cui parliamo sono appunto principi e quindi per loro natura validi per tutta la musica.
Questo rende il loro approfondimento, come già detto in altre occasioni, un investimento dal valore inestimabile che produrrà l’effetto di far scrivere sempre meglio.
Scrivere sempre meglio porta avanti a catena tutti i passi successivi legati alla produzione della musica stessa.
Scrivere sempre meglio porta avanti tutti i passi successivi legati alla produzione della musica stessa.
Ecco che applicare i passi per avere nella mente, nell’orecchio, nella mano e, mi auguro anche nel cuore, come suona la “Cosa Vera” (visto nel precedente video) è un’altra leva con cui amplificare, sfruttare e sviluppare il proprio talento.
Mixare qualcosa che in realtà ha delle carenze musicali sarà sempre molto difficile e dal risultato incerto.
Al contrario meglio scrivi, più facile sarà il mix, il mastering e così via.
Quindi è qui che bisogna concentrarsi. Sul diventare il miglior compositore che si possa. Il resto è solo una conseguenza del compositore che siamo diventati.
Se ogni giorno saremo più bravi, cioè saremo più preparati, tutto il resto avanzerà di pari passo. Ogni giorno!
Come produttore è decisivo che tu abbia pratica di almeno uno strumento acustico.
Il principio di essere ogni giorno un po' più bravi è valido parimenti quando rivestiamo il ruolo di esecutori. Come produttore è decisivo il fatto che tu abbia pratica di almeno uno strumento acustico. Le tastiere non contano.
Solo gli strumenti acustici possono metterti in contatto con la natura della musica e insegnarti.
Gli altri mezzi, come appunto tastiere varie e virtual sono un ottimo metodo per utilizzare quanto appreso, a vari livelli, attraverso la pratica con lo strumento reale. Tutto ciò che non è acustico è, cioè, la destinazione non la partenza.
Se preferisci un altro paragone, ciò che avrai capitalizzato praticando il tuo strumento ti permetterà di usare tastiere e strumenti virtuali vari con più facilità e pertinenza.
È indispensabile che conservi e sviluppi la tua tecnica di esecutore. Questo ti continuerà a tenere in sintonia con le radici del tuo talento, continuerà a svilupparlo e contribuirà al tuo scrivere e produrre.
Ovviamente se hai un ottimo strumento sei avvantaggiato, poiché sono moltissime le cose che esso può insegnarti e svelarti.
Un’ottimo strumento è un altro degli investimenti per lo sviluppo del talento che non ha prezzo.
Naturalmente non è indispensabile avere uno Steinway & Sons come pianista, ma un buon piano giapponese, per esempio, può darti innumerevoli soddisfazioni.
Ho avuto per moltissimi anni un Kawai mezza coda con cui ho veramente inciso di tutto.
Oggi il Kawai è a Lubiana a casa di una bravissima concertista.
Il Kawai è andato per lasciare in studio il posto a uno (spettacolare) Yamaha S4 da concerto a cui dopo un anno non mi sono ancora abituato. Nel senso che quando premo anche un solo singolo tasto si apre un universo…ok ma questo non c'entra con noi adesso.
AMPLIARE IL VOCABOLARIO DEL COMPOSITORE--PRODUTTORE
Qualsiasi considerazione riguardo lo scrivere musica ha sempre a che vedere con 3 colonne portanti della struttura musicale: il ritmo, la melodia (il contrappunto), l’armonia.
Tra queste il ritmo è il più importante poiché è l’unico che può esistere da solo.
Il ritmo ha a che vedere con il fattore temporale, cioè quando un determinato evento musicale avviene, e di durata, cioè quanto questo evento dura,
Non solo, è anche l’unico senza il quale non c’è musica. Quando ad esempio studiamo una parte da suonare, anche se suoniamo le note giuste, gli accordi giusti ma non siamo ancora in grado di suonare la parte a tempo, non c’è musica.
Al contrario, se suoniamo a tempo, anche saltando qualche nota o sbagliandone qualcuna, la musica comunque c’è.
Quando anni fa insegnavo era sempre interessante un esercizio e un esperimento che facevo con gli allievi alle prime armi. Davo loro da studiare con il proprio strumento una semplice melodia fra quelle più popolari e conosciute anche dai bambini, ma senza svelarne il titolo.
Invariabilmente la melodia veniva riconosciuta solo una volta che l’allievo era in grado di eseguirla più o meno a tempo. Fin tanto che ne decifrava le note sullo spartito, eseguendole correttamente ma senza alcun senso ritmico, la melodia gli restava totalmente sconosciuta.
Appena riusciva a eseguirne anche un breve frammento a tempo, immediatamente la melodia gli saltava alle orecchie.
Apprendere in funzione di ciò che si vuol creare.
Nei corsi dedicati a chi vuol diventare un compositore-produttore professionista qui in IMJO si apprenderà come padroneggiare ritmo, melodia, contrappunto e armonia in funzione di ciò che si vuol creare.
Altri corsi sveleranno come applicare, quanto appreso, per scrivere per orchestra con competenza. Questo sia per produrre tracce audio nel proprio home-studio, sia per scrivere propriamente musica che debba essere eseguita da orchestre di varie dimensioni: dai piccoli ensemble alla grande orchestra cinematografica.
Naturalmente, un articolo come questo è solo un breve scorcio.
I 3 elementi portanti della musica tonale: ritmo, melodia, armonia.
Torniamo, adesso, ai tre elementi portanti della musica: ritmo, melodia, armonia. Il ritmo, come dicevamo, è il più importante nella loro gerarchia. In IMJO Compositori-produttori, non verrà comunque studiato come un fattore isolato, ma piuttosto sarà tenuto sempre presente quando prenderemo in esame i movimenti armonici e melodici in relazione ai tempi forti e deboli.
Magari adesso questo ti può sembrare qualcosa di oscuro. Ma il bello è che invece tutto ti sarà incredibilmente chiaro e si aggiungerà al tuo “arsenale” di conoscenze per scrivere e produrre sempre meglio.
Sai come un velocista migliora la sua performance? Potenziando i suoi muscoli in palestra. Loro dicono: più sei forte, più corri veloce.
Nel nostro caso più conoscenza acquisisci, più dai strumenti al tuo talento e alla tua mente per scrivere musica migliore, in meno tempo e meglio prodotta.
Bene, già che ci siamo rinforziamo le fondamenta su cui evolversi come compositore-produttore sbirciando dentro il corso di armonia base.
PER SALIRE PIÙ IN ALTO TUTTO CIÒ CHE OCCORRE È UNA SCALA.
Ebbene sì, cominciamo dall'analisi delle scale, perché in tutti i tipi di musica tonale come quella di cui trattiamo qui, cioè, pop, jazz, funky, per film ecc, la scala è il primo fondamentale ingrediente.
Partiamo assicurandoci la comprensione e quindi la capacità di utilizzare a nostro piacimento, le basi dell’armonia tonale.
Suggerisco di non sorvolare su ciò che possa sembrare “elementare”. Il modo in cui tratteremo di queste eventuali cose elementari potrebbe non essere come ci si aspetta, tra l’altro.
Quindi è importante comprendere tutto ciò di cui parliamo. Quanto espongo è sempre direttamente collegato alla pratica del compositore moderno e a fornire strumenti e conoscenze perché egli possa al meglio usufruire del suo talento e potenziarlo.
Segnalo, inoltre, che ogni questione trattata è strettamente connessa con quella che la segue. Cioè, quanto imparato oggi è indispensabile per poter capire e applicare quello che si apprenderà domani.
Proprio com’è necessario, per esempio, per risolvere un'equazione. Sarebbe impossibile farlo se si fosse dimenticato come eseguire una somma o una sottrazione etc.
I vari viaggi d’apprendimento di IMJO Copositori-produttori, saranno estremamente avvincenti se vuoi diventare un compositore-produttore professionista in grado, quindi, di scrivere bene e produrre qualsiasi tipo di musica ti appassioni o ti venga richiesta come compositore o arrangiatore prima che come produttore.
D'altra parte, poiché il tempo è la risorsa più scarsa che abbiamo, le cose di cui parleremo saranno sempre solo quelle di cui si ha esattamente bisogno di conoscere e praticare per raggiungere i nostri scopi: comporre e produrre musica a livelli sempre più professionali.
Detto questo, torniamo alle scale.
Definiamo il concetto di scala.
Mentre di scale se ne potrebbero trovare circa una cinquantina in uso nelle varie parti del mondo quelle di cui ci occuperemo qui sono una decina.
Definiamo la scala: una scala è un insieme di note organizzate in un certo tipo di ordine ascendente o discendente e comprendente un ottava. Le altezze delle varie note di una scala “distano” tra loro con intervalli di seconda. Questi intervalli si seconda possono essere sia maggiori che minori.
La scala è in pratica la riserva di note con le quali vengono create le melodie (cioè l’aspetto orizzontale della musica) e l’armonia (cioè l’aspetto verticale della musica)
La scala, inoltre, fornisce un ordine e un'organizzazione per la musica. Scrivere musica, infatti, è la manipolazione delle relazioni melodiche e armoniche all’interno della scala usata, come vedremo. La qualità della musica dipende profondamente dalla qualità e tipo della scala adoperata.
L’esempio più semplice di questo è che una musica scritta in tonalità maggiore suona in maniera diversa da una scritta in minore perché le qualità delle due scale sono diverse.
La scala fondamentale della musica occidentale, la scala da cui tutte le altre derivano, è la scala di 12 semitoni.
Queste dodici note derivano dal cosiddetto ciclo delle quinte. Ad eccezione dell'ottava, la quinta giusta è il più semplice degli intervalli.
Apro una parentesi: per parlare di scale è necessario riferirsi agli intervalli con i quali sono organizzate le note all’interno di una determinata scala, tipo seconda maggiore, terza minore, quarta o quinta giuste ecc.
Una completa spiegazione della “grammatica” degli intervalli verrà ovviamente fornita, ma per il momento torniamo all’intervallo di quinta giusta.
Una successione di salti di quinte in su (verso note sempre più acute) o in giù (verso note sempre più gravi) raggiunge una trasposizione della nota di partenza alla 13 quinta.

Cioè dopo aver saltato di quinta giusta in quinta giusta per 13 volte ci si ritrova sulla nota di partenza trasposta in alto o in basso a seconda che la successione di quinte sia verso l’alto o verso il basso.
C’è da dire che questa trasposizione della nota di partenza raggiunta con la 13 quinta non è perfettamente intonata con la nota di partenza stessa. Ciò avviene per una ragione specifica che però non esaminiamo adesso per non complicare le cose. Diciamo solo che questa stonatura della trasposizione della nota di partenza è corretta spalmandola, diciamo, sull’accordatura delle altre 12 note.
Il risultato è chiamato intonazione temperata che è il metodo comunemente accettato per l’accordatura, appunto, in occidente per quello che riguarda i generi di musica di cui ci occupiamo.
Prima meraviglia:
La scala di dodici semitoni viene creata ordinando le 12 note diverse del ciclo delle quinte e ponendo queste 12 note una a fianco all’altra all'interno di un ottava. Questo fa sì che la correzione d’intonazione di cui abbiamo detto, cioè il sistema temperato, divide l’ottava esattamente in 12 semitoni.

Le note della scala di 12 semitoni hanno tutte lo stesso carattere e qualità perché tutte si trovano alla medesima distanza l'una dall'altra. Cioè distano tra loro ciascuna di un intervallo di seconda minore.
Nessuna di esse è, diciamo, più attiva di un altra. L’unica differenza è solo l’altezza di ciascuna nota.
La musica di cui ci occupiamo, sia pop, rock, jazz e la musica da film in generale, si fonda sull’uso delle scale diatoniche di 7 note che sono scale che hanno appunto 7 note di nome diverso.
Seconda meraviglia:
Le scale diatoniche derivano dalle prime sette note del ciclo delle quinte poste una a fianco all’altra all'interno di un'ottava.

Queste sette note creano una diseguale divisione dell’ottava perché gli intervalli fra queste sette note sono intervalli differenti (cioè alcuni sono seconde maggiori e altri seconde minori).

Questa diseguaglianza degli intervalli porta ad una diseguaglianza della qualità delle note.
Come può essere sentito alcune note sono più “attive” e altre sono più “ferme”.
Terza meraviglia:
È proprio la manipolazione di queste diverse qualità l’essenza della musica tonale e questo manipolare le diverse qualità delle scale, come si vedrà, è il modo con cui il compositore cambia la tavolozza usata e crea le diverse emozioni, stati d’animo e immagini nella sua musica e nella mente di chi l’ascolta.
Terminiamo con un piccolo esempio che mostra l’utilizzo di scale con differenti qualità per suscitare differenti sensazioni/emozioni
Ascolteremo alcune battute tratte da “A full movie in four minutes” in cui si passerà in pochi secondi da un’atmosfera serena (scala diatonica), ad un “clima” inquietante, di cattivo presagio, prodotto dall’uso della scala di 12 semitoni la cui qualità, ricordiamo, è quella di non avere nessun “punto fermo” e nessun punto in movimento.
Proseguendo, dopo alcuni secondi la qualità della scala usata torna ad essere quella di una scala diatonica e la qualità della musica di conseguenza muta nuovamente e torna ad essere serena e rassicurante.
Estratto dal brano: A full movie in 4 minutes"

Impressioni? Domande?
Alla prossima
Giuseppe